Arcobaleno vuole che i suoi soci in questa città siano persone con un volto, con una storia, con degli affetti, amici, necessità individuali, capacità, fantasie e sogni, con un loro punto di vista sul vivere in questa città, con un progetto per la propria vita, con dei desideri

La storia ha inizio il 12 aprile del 1988, quando un gruppo di operatori sociali della Cooperativa Progetto Muret e di utenti di un Centro diurno psichiatrico torinese, decidono di andare dal notaio a costituirsi come associazione. La chiamano Arcobaleno, da contrapporre al grigio uniforme delle tante sigarette fumate e dei tanti caffè consumati. Ma forse anche a rappresentare l’interesse a integrare le diversità mantenendone l’identità.
Ecco le parole con cui i soci scrivono la loro missione.
” L’associazione ha lo scopo di migliorare la qualità della vita dei propri associati, soprattutto le persone più in difficoltà in carico ai Servizi di salute Mentale. Per realizzare questo obiettivo l’associazione agisce perchè i soci possano riappropriarsi della loro identità sociale, abitando, lavorando e vivendo la città. Sentirsi come soggetto collettivo, parte integrante del contesto cittadino, promuovere mutuo soccorso, rete di opportunità, benessere e salute mentale , è punto fondamentale per l’associazione e i propri soci. L’appartenenza e il protagonismo in quanto soci nasce dal bisogno di uscire dall’esclusione e dalla solitudine e ricostruire la propria cittadinanza non solo ricevendo gli aiuti necessari ad abitare la propria casa e a mantenere il proprio lavoro, ma sentendosi accettati dalla comunità locale. Per raggiungere questo obiettivo, l’associazione interviene per creare cambiamenti nel contesto sociale, affinchè sia possibile modificare le relazioni, i gesti, gli atteggiamenti nei confronti di chi è portatore di disagio mentale”

Oggi a distanza di molti anni Arcobaleno continua a essere presente sul territorio cittadino e a perseguire la sua mission sia con l’offerta di due sedi associative di riferimento che attraverso la presenza in molte reti e luoghi cittadini attivi e aperti alla società civile. E’ un’associazione affiliata ACLI. Arcobaleno si propone di sostenere per i propri aderenti percorsi di integrazione sociale a partire da quattro ambiti concreti:

  • l’attivazione di risorse di mutuo aiuto fra i soci, per offrire interventi più puntuali atti a sviluppare un’attitudine attiva nel confrontarsi con i problemi quotidiani;
  • il sostegno nell’abitare una casa, che comprende azioni concrete rivolte a chi abita in un determinato appartamento, ma anche azioni generali di sensibilizzazione del vicinato, dei negozianti e del quartiere, volte a ricostruire legami sociali; 
  • la ricerca e creazione di lavori possibili, l’avvicinamento al lavoro e lo sviluppo di attività di utilità sociale.

  • iniziative culturali, volte alla rimozione del pregiudizio nei confronti della malattia mentale

 

L'associazione realizza parte delle sue attività in stretta collaborazione con l'ASL Città di Torino e con l'associazione il Bandolo di cui è socia a partire dalla sua costituzione.

ASL Città di Torino

è in essere una convenzione che prevede alcuni ambiti di intervento.
 
  • La realizzazione di attività di integrazione sociale e lavorativa.

  • Supporto agli utenti e ai familiari sulle problematiche assistenziali/previdenziali.

  • Supporto ai familiari.
Questi tre aspetti, che rappresentano la cifra della nostra proposta terapeutica per la società, si avvalgono di:

  • Un contesto sociale, dove stare e confrontarsi con gli altri, valorizzando le capacità individuali.

  • Un contesto didattico, dove imparare cose utili e pratiche per la propria quotidianità. Dove sviluppare la propria creatività e imparare le più comuni regole di convivenza.

  • Un contesto sereno, dove essere accolti e sentirsi ospitati.

  • Un contesto associativo, dove poter migliorare le proprie condizioni generali di vita. Costruire e partecipare a gruppi di auto mutuo aiuto acquisendo competenza su diversi ambiti. Costruire forme aggregative che, attraverso le competenze di utenti esperti, sviluppino senso di cittadinanza, favoriscano l’inserimenti di nuovi utenti, riducano le distanze tra l’utenza e l’Istituzione Sanitaria.
 

Le R/E.T.I. che curano

Un progetto sperimentale della durata di 18 mesi per la cura degli esordi psicotici destinato a 11 persone di età compresa tra i 18 e i 30 anni.
 
Una piattaforma multimediale che offre informazioni e supporto psicologico ai cittadini in condizione di sofferenza e ai loro famigliari.
 
Una serie di progettazioni mirate e personalizzate, con l’intento di fronteggiare la sofferenza psichica e l’impatto che questa ha sull’individuo e la sua famiglia.
 
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